Di recente l’Arciconfraternita del Gonfalone-Araldi della Madonna del Carmelo – che ha sede nella chiesa di S. Giovanni Battista, detta del Gonfalone – ha ricordato i cinque anni della sua erezione che si riallaccia a 700 anni di storia dell’antico Sodalizio nato come Compagnia dei Flagellati che agli inizi del secolo XIV aveva sede nella chiesa-oratorio di San Giovanni in Valle (attuale Via Sant’Antonio) e sviluppatosi poi come Confraternita.
La storia plurisecolare di questa Compagnia è ripercorsa nel volume di Don Mario Brizi “Dai Flagellati di S. Giovanni in Valle all’Arciconfraternita del Gonfalone”, che la Confraternita ha voluto dare alle stampe per far conoscere l’evoluzione del Sodalizio e l’importanza che ha avuto nella storia religiosa e civile di Viterbo.
Le vicende della Confraternita del Gonfalone si fanno particolarmente interessanti dopo la sua affiliazione all’Arciconfraternita del Gonfalone di Roma (1561) e lo spostamento della sede dalla periferica chiesetta di San Giovanni in Valle alla nuova chiesa, con annesso oratorio, oggi in Via Card. La Fontaine, che la Confraternita non solo fece costruire a sue spese, ma volle anche che fosse decorata dai migliori pittori del Barocco viterbese: Angelo Falaschi, Vincenzo Strigelli e Domenico Corvi.
Per tutto il periodo della sua attività la Confraternita del Gonfalone oltre che alle pratiche religiose dei Fratelli e il decoro delle cerimonie religiose cittadine, fu nello stesso tempo attiva nel campo sociale esercitando la solidarietà nei confronti dei Fratelli malati o in qualche modo bisognosi, e elargendo elemosine ad alcuni ospedali della città. Dalla fine del sec. XVI fino ai primi anni del secolo XIX ha provveduto ad assegnare annualmente almeno tre doti a favore di ragazze povere per permettere loro di sposarsi o di entrare in monastero.
Un’altra opera sociale in cui la Confraternita si è impegnata unitamente a quella di Roma è stata quella di raccogliere fondi per pagare il riscatto per la liberazione dei cristiani tenuti prigionieri dai musulmani, un fenomeno che ebbe ampia rilevanza soprattutto tra il 1500 e il 1700.
La nuova Confraternita raccogliendo l’eredità del passato, si ripropone di perpetuare i valori condivisi e vissuti dal primitivo Sodalizio adattando l’impegno al contesto sociale profondamente mutato.
Franco Chiaravalli
Priore dell’Arciconfraternita del Gonfalone
Viterbo 06.08.2020